Storie sulla pelle di Nicolai Lilin è un libro che volevo leggere da tempo, complice anche la mia passione per i tatuaggi criminali. Scopri cosa ne penso in questa recensione.
storie sulla pelle, la trama
I criminali siberiani le loro vite se le portano addosso, incise dalla mano esperta del kol’sik: sacerdote e custode della tradizione, il tatuatore e l’unico a comprendere fino in fondo la lingua arcana dei simboli.
Ma i tatuaggi, mentre raccontano delle storie, ne creano altre: generano incontri ed equivoci, stabiliscono legami, decidono, a volte, della vita e della morte.
Ed è attraverso questo vortice di storie che Nicolai Lilin ci conduce dentro la tradizione dei «marchi» siberiani.
Sei racconti diversissimi – comici o disperati, violenti, romantici, rocamboleschi – nei quali ritroviamo alcuni dei personaggi memorabili di Educazione siberiana – la banda di minorenni capitanata da Gagarin, il colossale Mel, nonno Boris e gli altri vecchi fuorilegge di Fiume Basso – e ne incontriamo di nuovi: Oliva, che spara come un sicario e si porta sempre appresso la foto di una donna; Styopka con il suo amore impossibile; Pelmen, che pagherà caro un tatuaggio sbagliato nel posto sbagliato; e ancora Kievskij, criminale di Seme nero; il vecchio hippy Batterista in perenne lotta con una direttrice dittatoriale; il terribile Treno e la virginale Cristina. (Fonte: quarta di copertina)
il protagonista di storie sulla pelle
A fare da filo rosso, c’è la voce inconfondibile di Nicolai «Kolima» e la storia della sua formazione da tatuatore. Dai primi tentativi in forma di gioco all’apprendistato nel laboratorio di nonno Lësa, fino all’esercizio di una vera e propria professione, il cammino di Kolima si rivela una messa a fuoco progressiva che dalla superficie – l’estetica affascinante dei simboli – si muove verso «il centro esatto del mistero».
i super eroi di lilin
Durante la lettura nemmeno ti accorgi che si tratta di sei racconti. La narrazione scorre veloce, con una scrittura pulita e asciutta e un ritmo che ti catapulta subito in un altro mondo: quello di una banda di ragazzini che guarda ai “criminali onesti” come a una sorta di super eroi.
E se da noi i bambini indossano una maschera, uno scudo o una spada per sentirsi super eroi anche solo per un giorno, lì in Transnitria, nell’odierna Moldavia, i ragazzini si tatuano la pelle per finta.
Ed è così che ha inizio il libro. Kolima, voce narrante e filo conduttore di tutte le storie, ha un dono e una passione: sa disegnare ed è affascinato da quelle “storie sulla pelle”, ermetiche ed evocative, per questo non esita a disegnarle sulla pelle dei suoi compagni.
storie sulla pelle: non chiamarli tatuaggi
Pur non avendo addosso nemmeno un tatuaggio, ti confesso che questi marchi sulla pelle hanno sempre affascinato anche me, e quelli legati al mondo criminale ancora di più.
In questo viaggio, ci allontaniamo dalle atmosfere romantiche della serie di Roxie Rivera, perché tutte noi sappiamo che il mondo della mafia russa è tutt’altra cosa rispetto a quanto troviamo scritto nei romanzi di questa autrice, che io amo moltissimo (e anche voi, lo so).
Ma andiamo con ordine.
i criminali onesti e le loro storie sulla pelle
Sei pronto per questo viaggio nella Transnitria?
Tra i criminali onesti della Siberia, non si usa il termine tatuaggio, perché suona quasi come una bestemmia; sono ammessi termini come ” marchio” o “segno” e venivano realizzati in condizioni estreme, spesso sbiadivano col tempo o rimanevano incompiuti, perché non era facile cambiare tatuatore una volta che avevi cominciato a fidarti del tuo abituale.
[…] Ma alla fine posso dire meraviglia perché i loro tatuaggi sapevano d’antico, come i dipinti dei pittori classici in cui il mondo ha una forma che non trova echi nella realtà presente, e i loro corpi deformati dall’età e dalle fatiche della vita erano il supporto perfetto.
Eh sì, perché il kol´šik non era solo colui che eseguiva materialmente il tatuaggio, ma era molto di più. In questo contesto così particolare, quei segni sulla pelle incarnavano letteralmente una ridda di emozioni e simbologie.
storie sulla pelle evocative e impenetrabili
Ogni tatuaggio è come un rebus, e il tatuatore si trasforma in un sacerdote e confessore, l’unico in grado di conoscere tutta la simbologia celata dietro ai simboli.
Madonne con pistole e cristi con i kalashnikov sono iconografie diffuse, ma nessuna è uguale all’altra. Niente è ciò che sembra, i numeri posso significare parole e le parole possono significare numeri.
Un uomo poteva parlare ore e ore, ma alla fine era la sua pelle nuda ad avere l’ultima parola. Quei segni sulla pelle valevano più di mille discorsi ed era impossibile negare la verità che i tatuaggi raccontavano.
Una volta che quella storia marchiava la pelle, era impossibile tornare indietro.
Da qui se ne deduce il valore della sauna – luogo di importanza strategica per i criminali, che si incontravano nudi, quindi con i tatuaggi in bella vista, in uno spazio chiuso – e del kol´šik, la cui presenza durante questi concili era fondamentale per interpretare quei segni e scovare eventuali intrusi o traditori.
Il trattamento riservato ai traditori? Devi leggere il libro per scoprirlo.
Il disegno preparatorio veniva nascosto per qualche giorno, lasciato lì a covare come fanno diversi scrittori con la prima bozza di un romanzo.
Dopodiché si preparava il calco, solitamente con della carta da riso o della carta da giornale ripulita dall’inchiostro di stampa.
Il foglio veniva posto sopra il disegno che poi veniva ripassato con una specie di biro che lasciava una traccia grassa.
Così il calco veniva appiccicato sul corpo e il disegno trasferito sulla pelle con un liquido speciale insieme alla traccia grassa. Si dice “soffrire un marchio” perché ci si riferisce al dolore che sta dietro a ciascun tatuaggio.
[…] I simboli devi sentirli, devi saper intuire l’anima che c’è dentro. I simboli parlano attraverso i sentimenti e per i sentimenti non esiste un alfabeto. […] Non siamo noi a dominare i simboli, sono loro a muovere la nostra vita.
E poi, certo. C’è chi sulla pelle vuole metterci anche il proprio amore.
[…]La nostra relazione non ha futuro. Io però ci penso in continuazione, e ogni giorno il pensiero fa più male. Ho deciso che se non posso vivere questo amore come fanno tutti, voglio almeno portarmelo addosso. Vorrei che il mio tatuaggio raccontasse questo: l’impossibile.
Ti colpisce l’etica di questi criminali onesti, i valori che si tramandano di generazione in generazione come una preziosa reliquia.
Perché alla fine è l’essere umano che conferisce valore a tutto: una parola, un gesto, un tatuaggio. Difficile rimanere insensibili in questo universo dove bene e male si compenetrano tanto che si fatica a capire dove comincia uno e inizia l’altro.
Dimentica il bianco e nero, la trasparenza, il perdono. Qui se sbagli, pagherai sempre le conseguenze dei tuoi errori e in alcuni casi arriverai a portare addirittura il Marchio del demonio.
La mia esperienza mi ha illustrato che la vita è come il caffellatte: una volta mischiati non distingui più latte e caffè. E così è per il bene e il male, il buono e il cattivo.
Info sul libro
Ora tocca a te! Hai un tatuaggio? Hai voglia di raccontarmi la storia che c’è dietro quel disegno? La tua opinione per me conta molto. Se il post ti è piaciuto, contribuiscine alla diffusione condividendolo sulle tue pagine social. Grazie della tua attenzione e a presto.
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