Cosa ne pensa un uomo dei libri d’amore? L’ho chiesto a un lettore della APP di Storie in Coda, il quale, dopo avermi confidato di averne letti diversi in gioventù e di aver ripreso la lettura, si è prestato a farsi intervistare chiedendo di mantenere l’anonimato.
Vieni a leggere l’intervista.
Diamo oggi il benvenuto a un lettore molto particolare, che , nel rispetto dell’anonimato, si farà chiamare per l’occasione Dario. Dario è un uomo che ha passato la cinquantina e ha alle spalle una preparazione universitaria di tipo scientifico. Durante uno scambio di mail, Dario mi ha confessato di aver letto in gioventù libri d’amore e di averne terminato uno proprio qualche giorno fa, e con molta disponibilità si è prestato a questa intervista.
Eh sì, perché ero troppo curiosa di conoscere cosa ne pensa un uomo dei nostri amatissimi romance e ne è emerso un quadro ricco di spunti di riflessione.
Dario, inoltre è disponibile anche a rispondere ad eventuali domande. Puoi lasciare un commento in un clima di rispetto e confronto reciproco.
1. Ciao, Dario. Che un uomo legga romanzi rosa stupisce non poco, anche in considerazione del fatto che le statistiche (Fonte Istat, dettagli al consumo) danno le donne come lettrici forti. Sei d’accordo sul fatto che gli uomini leggano di meno delle donne?
Se guardiamo bene le statistiche (Fonte Istat Rapporto 13/01/2016) non mi sembra poi che ci sia tutta questa differenza. Le donne distanziano gli uomini di poco più di una decina di punti percentuali (48,6% le donne lettrici, contro il 35% dei maschi.), almeno per quanto riguarda i libri.
Se allarghiamo il panorama anche al resto delle pubblicazioni vediamo che non è vero che gli italiani non leggono. Anzi, uomini e donne leggono praticamente in egual misura, solo in maniera diversa: gli uomini soprattutto quotidiani, le donne i periodici (In Italia ci sono 18,5 milioni di lettori di quotidiani su carta o digitale, il 35% degli adulti. La lettura dei quotidiani è soprattutto maschile (62%), quella dei periodici femminile (65%) fonte “indagine Audipress 2016/I”).
La stortura, secondo me, è considerare solo i libri. Io leggo molto, ma soprattutto riviste scientifiche e anche parecchi articoli on line di varia natura. Il problema è la difficile tracciabilità rispetto ai libri, che in pratica oscura il fenomeno.
Per quanto riguarda i romanzi “rosa”, in effetti, le donne sono praticamente la quasi totalità. Tu stessa hai esordito dicendo che stupisce molto un uomo che legge romanzi rosa.
I libri d’amore agli occhi maschili
Credo che per quanto riguarda questo tipo di letteratura, la produzione e l’immaginario collettivo sia rimasto ai cosiddetti “Romanzi d’appendice”.
Non è questa la sede per un approfondimento della storia e dell’evoluzione di questo tipo di letteratura, ma potrebbe essere l’argomento di una futura intervista. Diciamo che per i nostri scopi vale la produzione della prima metà del secolo scorso, con autori tipo Carolina Invernizio, Guido da Verona, Pitigrilli, Liala. Venivano descritte storie particolarmente edulcorate, con una visione della vita stereotipata e poco aderente alla realtà. Forse la necessità di pubblicare costringeva a produzioni un po’ come dire, di serie. Inoltre sono storie per la maggior parte incentrate sulla visione e la sensibilità femminile del mondo. Per questo sono considerate pubblicazioni da donne e quindi non adatte agli uomini.
Un uomo che legge romanzi “rosa” sarebbe sicuramente oggetto di scherno. La sua sensibilità sarebbe percepita come femminile e ciò sarebbe sufficiente per essere etichettato come un debole o peggio.
Libri d’amore: la scoperta
2. Parliamo di storie d’amore: raccontaci come ti sei avvicinato a questo genere.
Mi sono avvicinato ai libri d’amore da giovanissimo. Inizialmente speravo mi aiutassero nei rapporti con l’altro sesso, poi mi sono reso conto che erano del tutto inadeguati allo scopo. Le vicende erano irreali, stereotipate, assurdamente complicate da malintesi, di cose dette e non dette, di comportamenti a volte schizofrenici a volte quasi paranoici. I protagonisti mi davano l’idea di essere innamorati di un Amore ideale, esistente più nella loro mente che nella loro vita. Personaggi sempre animati da grandi passioni e poca ragione.
Ho proseguito con lo stesso spirito con cui leggevo e leggo tuttora i libri di fantascienza. Mondi irreali e lontani in cui è piacevole lasciarsi trasportare. Mi divertivo a leggerli, a cercare di indovinare il colpo di scena successivo, sicuro del lieto fine d’ordinanza. Certo, se presi sul serio possono essere fuorvianti e diseducativi. In effetti, credo che abbiano sulle donne lo stesso effetto che i libri erotici hanno sugli uomini.
Due mondi che non si incontreranno mai, mondi paralleli cristallizzati in un’idea di vita, drammaticamente inconciliabili tra loro.
Io leggevo soprattutto i libri presi a prestito in biblioteca o trovati sulle bancarelle a poco prezzo. Libri vecchi di Sonzogno e Liala. Sempre con la massima attenzione alla privacy, allora era ancora peggio di oggi!
Per un periodo ho letto anche i fotoromanzi che compravano mia sorella e mia mamma (con molta circospezione). Ricordo che una delle protagoniste era la sorella di Ornella Muti, Claudia Rivelli.
Anche qualche film mi era piaciuto, allora. In particolare ero rimasto colpito da Love Story. Un film in cui la quotidianità e il fantastico si mescolavano senza sosta, lasciandomi un sapore di realtà che non conoscevo. Ma in fondo sono sempre stato un po’ romantico.
3. Continui ancora a leggere libri d’amore o hai smesso? In quest’ultimo caso, perché?
Mi divertivo a leggerli, mi commuovevo e appassionavo, ma le storie erano irreali. Tutti questi Grandi Amori io non li ho mai neppure sfiorati. Tutte quelle passioni travolgenti, nella vita reale non le vedevo (né le ho mai viste).
Poi il lavoro e le disillusioni mi hanno dirottato su altri lidi. L’università scientifica diede il colpo di grazia. Venne, infine, l’Amore. Il mio primo ed unico Amore. Giunse tardi e non fu come nei libri che avevo letto. Niente squilli di tromba o passioni travolgenti. Più prosaicamente, una tenera amicizia che divenne presto Amore.
Forse la maturità aveva reso più tranquilli i miei sentimenti, o forse semplicemente ancora non riuscivo a credere di aver trovato finalmente l’amore dopo tanti anni e non volevo illudermi. Lo presi come uno splendido dono che la vita mi faceva e chiusi il capitolo “romanzi rosa”.
Io mi sono riavvicinato recentemente ai romanzi grazie a un’amica scrittrice e alla fantastica iniziativa di Folle Letterarie. Mi piacciono un po’ tutti i racconti e se mi capita non disdegno quelli d’amore, ma sempre con profondo distacco emotivo. Per me continuano a essere fantascienza, storie di esseri alieni con strane caratteristiche, divertenti ma nulla più.
Il tabù maschile dei libri d’amore
4. Gli uomini che leggono romanzi rosa non amano sbandierarlo in giro. Cosa c’è dietro questo atteggiamento?
I romanzi “rosa” vengono percepiti come più vicini alla sensibilità femminile, quindi un certo immaginario maschile in effetti non vede di buon occhio chi li legge.
L’Amore stesso, viene percepito più femminile. Si ha una donna (o una ragazza), ci si fa l’amore (ma più spesso si intende sesso) ma il gruppo di riferimento è maschile. Hai presente “Grease”? Splendido film di John Travolta e Olivia Newton-John, esemplifica magnificamente il diverso modo di vedere maschile e femminile. John Travolta impersona il “figo” del gruppo.
Poi ci sono gli “sfigati”, categoria di cui io sono sempre stato socio onorario “per meriti sul campo”. A costoro l’Amore è negato, le donne non li considerano. Vivono all’ombra del “figo” e cercano sempre di mantenere un basso profilo. Se sono di bell’aspetto possono tentare la carta del solitario e bel tenebroso, altrimenti possono cercare altri sfigati/e come loro.
I “fighi” non leggono romanzi “rosa” o lo fanno di nascosto. Gli sfigati li leggono. Spesso in grandi quantità, ma sempre con molta attenzione alla privacy. I maschi si rivolgono di più verso il genere erotico o hard.
Si tratta di letture d’evasione, anche se con modalità diverse. Ho conosciuto una donna che, in un particolare momento della sua vita, per riuscire a sopportare la realtà si è data alla lettura intensiva di romanzi rosa. Un uomo generalmente sceglie altre modalità.
Libri d’amore: cosa ne pensa un uomo
5. Probabilmente sai già che il rosa è un genere molto denigrato; che opinione ti sei fatto leggendo vari libri d’amore?
Vale quanto detto precedentemente, soprattutto nella parte dei romanzi d’appendice. A me piacciono quasi tutti i generi letterari. Non amo per nulla il noir e l’horror, mi piacciono i gialli ben fatti. Della cosiddetta “Letteratura Seria” ho letto romanzi tipo Il corriere dello Zar, i Karamazov ecc, ma non mi hanno particolarmente impressionato.
Una critica passabile è che il rosa abbia storie un po’ ripetitive, quasi di serie, in cui la parola d’ordine è comunque esasperare al massimo passioni e sentimenti, una sorta di versione “HARD” dell’amore, quasi da palcoscenico. La vita è sicuramente meno teatrale.
Personalmente lo ritengo un diverso modo di descrivere un aspetto della psicologia, soprattutto femminile, ma non solo. I grandi Amori descritti sono spesso con un lui distante e tenebroso con una lei follemente innamorata.
Sintomatico poi che il protagonista non sia mai un uomo, ma sempre una donna. È come se gli scrittori del genere fossero coscienti che quel tipo di sentimenti è soprattutto femminile e gradito soprattutto dalla componente femminile di ciascuno di noi.
Non ricordo di racconti con protagonisti maschili di pari livello, sembrano racconti scritti da donne per altre donne. Ecco perché, probabilmente, gli uomini non li amano e non li leggono.
Il libro rimasto nel cuore
6. Qual è, fra i libri d’amore che hai letto, quello che ti è rimasto nel cuore?
Non ne ricordo il titolo in particolare, essendo passato molto tempo.
Ricordo però la storia. Parla di una ragazza povera ma carina che si innamora di un Lui bello e ricco, corteggiatissimo da tutte. Nonostante ne sia innamoratissima, però, la sua timidezza le impedisce di farsi avanti, con il risultato di essere l’unica a non corteggiarlo.
Questo colpisce l’amor proprio di lui, che non riesce a sopportare l’idea che ci sia qualcuna che lo ignori. Per una sciagurata scommessa con gli amici, prende l’iniziativa ed inizia a corteggiarla. All’inizio lei si sente al settimo cielo, un sogno che si avvera. Pensa veramente di essere riuscita a conquistarlo nonostante le altre donne.
Una volta riuscito nel suo intento però, lui la lascia schernendola, causandole un immenso dolore. Lei entra allora in depressione e tenta persino il suicidio. Un’amica, una vera Amica, riesce ad impedirglielo e l’aiuta ad uscirne. Piano piano lei rifiorisce e torna alla vita. Torna a sorridere alla vita, ma come donna più matura, pronta a dare fiducia solo a chi dimostra di meritarla.
È a questo punto che incontra, o meglio si accorge, di quel ragazzo tanto gentile che tante volte l’aveva aiutata negli studi e che lei, persa dietro il suo Sogno non aveva mai notato. Ora, invece, riesce facilmente a scorgere la sua freschezza e la sua simpatia, quel suo essere tanto diverso dal vecchio amore.
Se ne innamora, ma di un amore più maturo e consapevole. Questo amore le restituisce una luce negli occhi e sul viso che attira nuovamente l’attenzione di Lui. Non riesce a capacitarsi del cambiamento e vuole capirne di più. Stavolta, però, è Lui ad innamorarsi di quella donna così diversa da quelle sue vacue conoscenze tutte in serie. Tenta allora di riconquistarla, ma è troppo tardi per riconquistare quel diamante che lui ha gettato via e qualcun’altro ha raccolto e valorizzato.
È bellissima la scena finale in cui lui le dichiara il suo amore davanti a tutti i suoi amici e amiche e lei, lasciando tutti ammutoliti e senza parole, gentilmente rifiuta. È tardi, gli dice, hai avuto la tua opportunità e l’hai gettata via con disprezzo, ora con lo stesso disprezzo ti dico addio per sempre! E se ne va al braccio di quello che tutti hanno sempre chiamato “lo sfigato”.
Ecco, questo è sempre stato il mio sogno di ragazzo e questo racconto l’ho riletto tante volte fantasticando di essere io al posto dello “sfigato”. Questo racconto mi è piaciuto perché finalmente potevo identificarmi con un personaggio vincente, un personaggio vicinissimo alla mia sensibilità. Un racconto, però, sempre e solo fantastico. Irrealistico e dolce come una fiaba col lieto fine, ma sempre e solo una fiaba, alla fine.
I libri d’amore e il rapporto con le donne
7. Pensi che la lettura dei libri d’amore ti abbia in qualche modo influenzato nel rapporto con l’altro sesso?
Io come cancerino ho una sensibilità più vicina a quella femminile, forse è per questo che ho letto quel tipo di libri. Ma come dicevo prima, gli effetti dal punto di vista affettivo sono stati praticamente nulli, almeno per me. Essendo di una realtà parallela, non mi sono stati di grande utilità nella vita reale con l’altro sesso che, nonostante gli anni trascorsi, per me continua a rimanere una specie di un’altra Galassia.
In un certo senso possono essere addirittura controproducenti, specialmente se si vuole portare nella vita reale quella che è solo una bella fiaba. Che può anche accadere, intendiamoci, come accade che qualcuno vince alla lotteria. Ma anche se possibile, farci conto sopra non è molto saggio. Anche se è vero che le grandi imprese le hanno fatte i sognatori e i visionari, non i saggi!
8. Qual è la tua idea di Amore e in cosa si differenzia da quella dei cosiddetti “romanzi rosa”?
Credo che ognuno abbia una propria idea di Amore, anche se entro certi termini si conforma ovviamente ad un ideale condiviso. Su questo argomento si sono arrovellati fior di pensatori, filosofi, poeti e scrittori, artisti di vario genere. È un argomento difficile, ma fondamentale per la specie umana.
Trattandosi di un “sentimento” sfugge per forza di cose alla ragione, anche se entro certi limiti ognuno di noi cerca di tenerlo a bada come può. La nostra mente cataloga continuamente la realtà, immediatamente il nostro cervello si chiede se una persona o una situazione possono costituire un pericolo o un’opportunità. Siamo stati plasmati così per un processo evolutivo.
Quando si incontra un individuo per cui potrebbe esserci attrazione sessuale, gli strati più antichi e profondi del nostro cervello, quelli dell’istinto, si attivano immediatamente. Analizzano e confrontano le varie fonti: l’aspetto, l’atteggiamento, l’odore, il comportamento. Ne valuta la pericolosità o la disponibilità, l’utilità ecc. Il risultato di tutto questo lavorio viene comunicato alla mente cosciente, che lo accetta come “sentimento”. Può essere paura, piacere, noia ecc.
Se l’altra persona è sessualmente attraente allora scatta l’innamoramento. Il quale per sua natura è temporaneo, finalizzato a trovare un partner per la riproduzione, il tempo di un flirt. Solo la mente cosciente è poi in grado di trasformare questo sentimento primitivo in “Amore”.
In questo io mi differenzio, in quanto non mi faccio trasportare dalla passione, ma valuto sempre che cosa in quel momento il mio cervello mi sta comunicando e cerco di razionalizzarlo. Il grande Amore per me non ha senso se non è supportato dalla conoscenza e da comuni interessi e valori. Diversamente è solo un flirt, un innamoramento della bestia primordiale che è dentro di noi.
Dalla lettura dei libri d’amore alla scrittura?
9. Hai mai pensato di scrivere un libro d’amore?
Ci ho pensato diverse volte. Non so se possiedo la sensibilità e la conoscenza necessaria per poter parlare d’Amore come il “rosa” richiede. Credo che il “rosa” sia un tipo di racconto adatto per lo più a scrittrici.
I romanzi rosa vivono di cose non dette, di cose sentite o sussurrate o anche solo accennate. Vivono di incomprensioni e sentimenti forti, come uragani. Io sono abituato alla brezza gentile con qualche folata.
Non so cogliere nè descrivere richieste mute o appena accennate. Come uomo ho bisogno di sì o di no, tollerando qualche forse. Ho bisogno che una cosa mi venga detta chiaramente, senza le ambiguità tipiche dei romanzi rosa e, forse, della sensibilità femminile. Ci potrei provare, chissà.
Grazie, Dario, per essere stato con noi.
Se vuoi scoprire qualcosa di più sui romanzi rosa, nel blog di Follie Letterarie, ci sono post in merito (consigli di lettura, pregiudizi infondati, ecc.)
Ora tocca a te! Ti è piaciuta l’intervista? Se vuoi rivolgere qualche domanda, puoi lasciare un commento, Dario risponderà volentieri ai tuoi quesiti. Dalla trama del libro preferito di Dario, riusciresti a risalire al titolo? Se il post ti è piaciuto, aiutane la diffusione, condividendolo sulle tue pagine social. A presto e grazie per la tua attenzione.
Gioia Assanagora says
Molto bella l’intervista.
Anche se su un punto non sono d’accordo, anche un uomo può scrivere storie d’amore avendo la sensibilità di una donna (vedi Nicholas Sparks). È vero che i romanzi rosa ormai sono quasi tutti uguali, qualche eccezione c’è ma è raro ormai che un romanzo rosa diverso da un altro. Hanno stesse trame, stessi protagonisti e intendo lui bello, sexy, ricco e lei “normale” che casca subito ai suoi piedi. Credimi alla lunga anche a noi stanca leggere le stesse cose in tutti i romanzi.
Volevo chiederti cosa ne pensi degli uomini che scrivono romanzi rosa?
Eleonora Morrea says
Buongiorno Gioia e grazie per il tuo commento graditissimo. Mi faccio portavoce di Dario e ti copio-incollo la sua risposta alla tua gentile domanda:
“Gioia, mi fa piacere che la mia intervista ti sia piaciuta.
Nel tuo gradito commento mi contesti che, secondo te, “anche un uomo può scrivere storie d’amore avendo la sensibilità di una donna (vedi Nicholas Sparks)”.
Ammetto la mia ignoranza relativamente all’autore che citi.
Ad ogni modo io sono convinto che la sensibilità di un uomo sia notevolmente diversa da quella di una donna, almeno in generale.
Gli uomini che scrivono romanzi non ignorano assolutamente l’amore, anzi, ma ne hanno una visione nettamente diversa. Nella visione maschile la donna è una conquista, uno status, comunque sempre legata inestricabilmente all’aspetto sessuale e ad una razionalità congenita.
Gli uomini tendono ad una visione logica, razionale, le donne più verso i sentimenti, l’irrazionale, l’istintivo. Le donne spesso dicono: “Sento che è così!”, un uomo dice “Penso, credo che sia così!”.
Sto parlando ovviamente in generale. Poi, noi siamo una mescolanza di maschio e femmina, è difficile tracciare una linea netta. La natura, a questo riguardo, ci pone davanti a fenomeni difficilmente inquadrabili e comprensibili. Anche di inversione tra psiche e biologia, e a questo punto diventa anche arduo definire correttamente i generi.
Mi chiedi cosa penso degli uomini che scrivono romanzi rosa. Io sono convinto che gli uomini scrivano romanzi d’amore, non romanzi rosa. I romanzi rosa li scrivono le donne, proprio perchè la sensibilità è diversa. Tengo a precisare che non sto facendo una graduatoria, ma una distinzione. Le donne amano di più i romanzi rosa perchè li sentono più vicini alla loro sensibilità. Gli uomini amano di più quelli d’amore per lo stesso motivo.
Non so se ho chiarito a sufficienza il mio pensiero, purtroppo lo spazio è poco e l’argomento complesso. E non ho volutamente affrontato il tema dell’omosessualità, che complica ancora di più le cose.
Gioia Assanagora says
Grazie a te per la risposta.
Infatti l’altra mia domanda era cosa ne pensi dei romanzi gay.
Ma so che è un argomento piuttosto difficile da argomentare su questo spazio 😊☺