Sono una lettrice appassionata di romance da tanti anni e ora, come editore, li pubblico con orgoglio con la mia casa editrice, per questo prendo le distanze dall‘articolo di Paola Zanuttini apparso sul Venerdì di Repubblica del 13 luglio, dal titolo “Per amore non solo per amore”.
L’articolo di Paola Zanuttini
L’articolo prende spunto da un evento unico nel suo genere, il Rare Roma 2018 (Romance Author and Reader Events), che si è tenuto nella Capitale sabato 23 giugno presso lo Sheraton Roma Hotel & Conference Center, e che ha raccolto una moltitudine di lettrici appassionate del genere romance da tutto il mondo.
Non è una novità che il romance venga bistrattato e considerato pseudo letteratura per donne sotto acculturate, e questo articolo della Zanuttini non è da meno: non mancano anche in questo caso i toni dispregiativi velati dalla consueta nota derisoria che non si stempera nemmeno di fronte ai numeri che il business del rosa produce ogni anno, anzi.
Un articolo offensivo, infarcito di pregiudizi e stereotipi che vanno a colpire non solo il genere narrativo, ma soprattutto le donne che lo leggono, ed è questo il messaggio più grave, veicolato peraltro da una donna.
E quelle lettrici in coda, animate dalla passione per la lettura, nell’articolo vengono paragonate a “contadine d’antan dell’Italia povera […] pellegrine che, con la scusa del patrono, del santuario […] mollavano casa, famiglia e quotidianità sfiancante per starsene qualche ora per i fatti loro, consumando frivolezze e preghiere con le vicine“.
Del resto non basta “ingollare oltre duemila pagine di romanzi rosa in cinque giorni“ per prepararsi al Rare o saperne di più del genere. Bastava semplicemente guardarsi in giro senza pregiudizi per cogliere l’emozione di quelle lettrici con i trolley stracolmi di libri, oppure il calore di un abbraccio di amiche lontane che si ritrovano per farsi autografare il libro dall’autrice preferita.
Solo tanti pregiudizi
Si fanno apprezzamenti sull’aspetto fisico delle signore e si definisce il romance come ” fuga innocua e temporanea dalla noia, dalla solitudine, da mariti o compagni non proprio esaltanti e da altre bruttezze della vita”. Come se tutte le lettrici di romance avessero un compagno mortificante che le aspetta a casa.
Scrive ancora la Zanuttini “La maggior parte delle lettrici appartiene alla working class, ma si aspetta protagoniste con vite e lavori affascinanti e principi azzurri pieni di soldi”. L’ennesimo luogo comune che fa di noi lettrici delle proletarie illetterate senza alcun contatto con il reale, quando al contrario ci sono insegnanti, architetti, medici, libere professioniste, imprenditrici, tutte accomunate da unica passione: la lettura. Tante addirittura, che leggono i libri in lingua inglese.
Capita a noi lettrici di romance di essere adocchiate con sussiego, qualche volta con un punta di derisione ed etichettate come lettrici non serie, come se esistesse una gerarchia di lettori. Chi l’ha deciso?
Non si discute sui gusti – un genere può piacere come no – si discute invece sull’atteggiamento di sufficienza con il quale molti si approcciano ai romanzi d’amore, emettendo giudizi totalmente fuori luogo sulle donne, senza conoscere ciò di cui si parla.
Questo snobismo culturale dilagante dei media, ma non solo, allontana le persone dai libri, a partire dalle scuole, dove vige l’obbligatorietà di una lettura tragica e sofferente, priva di piaceri, che rinnega qualunque forma di evasione.
Anziché arroccarci nei nostri giudizi, non potremmo aprirci con curiosità costruttiva e spogliarci di questa altezzosità letteraria?
Eleonora Morrea
Roberto Bolognesi says
La Zanuttini ha fatto il punto della situazione in Italia, né più né meno, cara Sig.ra Morrea. Non si discute di gusti, quanto piuttosto del dilagare della cosiddetta “merda letteraria” che molti editori da quattro soldi (che fra l’altro spennano le povere autrici) pubblicano ininterrottamente contribuendo a diffondere libri in cui le stesse autrici, spesso, fanno sfoggio di castronerie grammaticali innominabili. Il dilagare del romance la dice lunga sulle donne d’oggi, che per sentirsi importanti e colte diventano “scrittrici”, e sulle lettrici, soprattutto, che per soddisfare il prurito devono leggere certe cose (quando invece basterebbe approfittare del proprio uomo nel letto, invece di sognarne un altro). Non si parla di storie d’amore, ma di ‘voglie’, ‘pruriti’, ‘insoddisfazioni’ che trovano uno sbocco in molti di questi titoli. Ai tempi di Liala aveva un senso, ma oggi? E’ ovvio che ve la prendiate a male, tuttavia è bene precisare che c’è la narrativa scritta bene e la narrativa scritta male. Vi lascio con un esempio; la Yourcenar è una scrittrice a cui una donna dovrebbe guardare, ma in realtà… è più facile buttarsi sul romance.
Alessia says
Caro Roberto, che di professione fa lo scrittore presso Youcanprint (praticamente ti autopubblichi, sei un self e Youcanprint non è una casa editrice), perché parli delle donne senza conoscerle? Da donna, posso dire senz’alcuna remora, che a te non la darei neppure se tutte le librerie d’Italia mi ostruissero il passaggio. Non serve leggere romance per rifiutare soggetti dalla mente ballerina come te, ci basta l’intelligenza. Poi, se sei stato mollato da una lettrice di romance e quindi ora per questo siamo tutte puttane, affari tuoi. Non lo siamo e per il prurito usiamo Vagisil, non abbiamo bisogno del romance. Quello lo leggiamo perché ci piace e sì, personalmente riesco a saltellare da un romance alla Yourcenar che tu stesso hai citato. Leggere romance non ti rende in automatico una scimmia ammaestrata e col fastidioso prurito intimo. Saluti a te e, mi raccomando, meno pippe. Non vorrai mica rinunciare alla vista, eh. Altrimenti poi come farai a continuare le tue letture di altissima levatura?
Roberto Bolognesi says
Ho ribadito ciò che, per giunta, vi ha fatto notare una donna (che ha un punto di vista più vicino e obiettivo del mio), credo voglia dire qualcosa. La verità è che vi rode sia stata una donna a sottolinearlo, altrimenti il mio commento sarebbe passato inosservato o lo avreste cancellato quando invece ha scatenato le vostre reazioni. Ecco la verità, e qui chiudo l’argomento.
Raffaella Rodino says
“Credo voglia dire qualcosa” esattamente cosa? Un’opinione sbagliata rimane sbagliata, che siano una, due o mille persone a pronunciarla.
E quello a cui rode forse è qualcun’altro, visto che queste autrici seguite da “contadine” vendono e guadagnano più di lei.
Elena Choosy Romanello says
Continuate a farvi la figura delle isteriche frustrate… sia qui sia come avete reagito ai miei post sul Venerdì… beh siete spassose, a piccole dosi.
D'Ascani Federica says
Suppongo che lei, cresciuto a pane e Dante, non abbia mai visto un porno in vita sua, signor Bolognesi, giusto? Oppure a un uomo è consentito e alle donne (contadinotte) no? Per capire come rapportarci al suo aulicissimo punto di vista.
Comunque, mentre rispolvera la Divina Commedia (che voglio sperare lei conosca a memoria) e riflette sul modo migliore per rispondere, dato che siamo in ambito di buona scrittura la informo che la È è questa, non E’ (che è un errore.)
E, giusto per capire, cosa le fa pensare che le donne d’oggi non leggano determinati libri col proprio uomo di fianco, mettendo poi in pratica punto per punto ciò che hanno letto insieme, o che le autrici non sperimentino proprio con il proprio marito, o la propria compagna (già, c’è pure questa, pensi!), posizioni da descrivere pedissequamente poi sulle pagine di ciò che stanno scrivendo?
E sa che nel 2018 i pruriti vengono chiamati semplicemente appetito sessuale? Che le donne sono persone, non animaletti da giudicare e ammansire, addomesticare, istruire?
È proprio il suo commento a fotografare la situazione del tutto disarmante che si respira in Italia, un paese ancorato a pregiudizi illogici, ignoranza dilagante, supponenza a tratti divertente per quanto surreale.
Spero voglia ampliare i suoi orizzonti, un giorno, e iniziare a capire che ognuno legge ciò che vuole, e che se una donna sceglie un “rosa” (e pensi, ci sono anche uomini che si macchiano di questo atroce delitto letterario!) o un giallo, o un thriller, o un saggio anche, sta esercitando semplicemente il proprio diritto di scelta. Scelta che ha per diritto di nascita e appartenenza a questo mondo. Come lei può filosofeggiare circa “le insoddisfazioni” della donna comune, così noi donne della working class possiamo tranquillamente asserire che guardiamo erotici, ne leggiamo e ne scriviamo perché ci va.
P.S. Per “buttarsi” sul romance ci vuole una conoscenza del genere, e della sua storia, che lei dimostra chiaramente, con il suo sproloquio, di non avere.
Chi è l’ignorante, quindi?
Luna Rambaldi says
quindi lei è o uno scrittore massimo oppure un fine editore,per dire questo?oppure è solo una poeticissima “guanata”? mi dica
Roberto Bolognesi says
Buongiorno,
Innanzitutto lei è la prima a rispondermi in maniera concisa ed educata, la ringrazio infinitamente per la sua cortesia. Sulle persone non discuto, il mio commento era sul genere narrativo. Mi scuso per aver scatenato tanta agitazione, ognuno ha le sue idee.
Buona giornata a lei.
Elena Choosy Romanello says
Quanta acidità per il signor Bolognesi, care signore.. ah, non vi fate una bella figura a paragonare i romance con la pornografia…
Elena Choosy Romanello says
Standing ovation! Francamente sono sconcertata da questa isteria collettiva da parte di donne che ahinoi dimostrano invece di essere proprio come le ha definite Paola Zanuttini. Posso contestare certe generalizzazioni (contadnotte non si può sentire) e certe battute sul sovrappeso, ma che si sogni leggendo romance lo trovo assurdo. Lo dico da otaku e nerd, che da decenni si sente dire che manga, comics, fantasy e fantascienza sono deliri diseducativi. Non certo più di far credere ad una donna che l’unica cosa che conta nella vita è trovare un uomo per cui annullarsi. Nel 2018. Pensateci, care signore.
Eleonora Morrea says
Cara Elena,
La salutano delle Roselle che La ricordano fedelmente iscritta alla Mailing list di Rosa Homage, la più celebre mailing list dedicata al romanzo d’amore in tutte le sue declinazioni, dallo storico all’erotico. Aggiungerei, che La ricordano così fedele da aver partecipato di persona al raduno decennale delle Roselle tenutosi a Milano.
Naturalmente è legittimo che nel corso del tempo ognuno possa cambiare i propri gusti e opinioni, al di là della coerenza, e quindi, nel Suo caso, cambiare il proprio modo di sognare abbandonando il romance. Ma non stiamo a discutere delle ragioni di questo cambiamento, che Le auguro l’abbia resa più appagata e felice. Anche se dal livore dei Suoi interventi, qualche dubbio può nascere.
Cordialità,
Eleonora Morrea
Antonio Polizzi says
Standing Ovation! Stavolta sì che ci vuole.
Antonio Polizzi says
Signor Bolognesi, buonasera.
Quanto Lei scrive sarà corretto e realistico per Lei, poiché questa è la sua opinione personale e, come tale, va rispettata; tuttavia, le questioni da lei sollevate, partendo dall’affermazione «la signora Zanuttini ha fatto il punto della situazione in Italia, né più né meno», ecco, be’, esposte in quella maniera, sembrano soltanto un miscuglio di suoi giudizi personali, privi di fonti precise e analisi supportate da una maggior concretezza. Vorrei, dunque, aiutarLa a dipanare meglio la matassa di ciò che Lei ha scritto, in nome di una maggiore chiarezza nei confronti di chi ci legge.
Tornando a quello che Lei, signor Bolognesi, afferma «la signora Zanuttini ha fatto il punto della situazione in Italia, né più né meno», le chiedo: ma secondo quali criteri?
Quelli giornalistici no di certo, glielo assicuro, essendo giornalista io stesso, perché la Zanuttini non ha offerto nessuna panoramica del genere romance, dal punto di vista qualitativo o quantitativo, e da ammissione della stessa giornalista il suo sapere in materia si è formato in poco tempo, visto che “ha ingollato migliaia di pagine in pochi giorni”.
Quelli critico-letterari nemmeno, visto che non è né una critica, né, tornando sempre alle duemila pagine lette in cinque giorni, un’esperta in materia.
Quindi come potrebbe la signora fare il punto della situazione italiana, non avendo gli strumenti per farlo?
Questa ignoranza in materia si è palesata del tutto quando ha praticamente dato delle sconosciute a Danielle Steel e Nora Roberts, due scrittrici d’oltreoceano famosissime a livello mondiale. Tanto per capirci: la Steel non ha venduto meno di 530 milioni di copie dei suoi romanzi (alcune stime la indicano vicina agli 800 milioni), i quali sono stati tradotti in 28 lingue e diffusi in più di 40 Paesi. Della Roberts si stimano vendite per 280 milioni di copie dei suoi libri, pubblicati in 35 paesi, senza contare i numerosi riconoscimenti letterari e le riduzioni televisive dei suoi romanzi.
Signor Bolognesi, la Zanuttini non ha scritto un articolo di giornale, non ha fatto il punto di alcuna situazione. Semmai, prendendo in esame il pezzo in questione, la Zanuttini non sapendo bene che scrivere, visto che non ha speso tempo a informarsi e visto che l’ambito di cui ha preteso di parlare non è di suo interesse, si è limitata a travalicare i canoni del buon giornalismo (quello che dà la notizia e spiega le cose, informando i lettori) e ha fatto tutto questo infarcendo l’articolo di termini che hanno il sapore del giudizio nei confronti di autrici e autori (ricordiamo che anche gli uomini scrivono romance), e soprattutto dei partecipanti, relativamente a un evento, il Rare, che è stato di fatto una grande Convention dedicata alla narrativa di genere femminile. Un evento di grandi proporzioni, lo dicono i numeri reali, non le opinioni, che andrebbe trattato come se si parlasse di qualsiasi altra manifestazione pubblica che mette insieme delle persone, accomunate dagli stessi interessi. Redigere un pezzo giornalistico in maniera così sommaria, tra luoghi comuni e qualunquismo, tra prese in giro dell’aspetto fisico o del titolo di studio, in una sequela di aulici esempi sulle processioni del santo patrono o sul “contadiname” della vecchia Italia, vuol dire solo denigrare, non fare giornalismo.
Breve digressione/domanda: chissà perché non si è mai letto un articolo di questo tipo nei confronti del genere thriller e sono piuttosto sicuro che mai ci sarà. Non sarà mica perché il thriller viene considerato un genere letto perlopiù da uomini (scritto perlopiù da uomini), spero… Anche se temo che sia così… O, almeno, qui, nella provinciale, maschilista Italia è così…
Tornando a noi, proviamo a usare lo stesso schema descrittivo usato dalla Zanuttini e applichiamolo – che so? – magari al calcio (ma vanno bene anche tutti gli altri sport, da una match di tennis a una gara di Formula1); ecco, allora dovremmo dire che quelli che apprezzano tale sport sono perlopiù maschi della specie umana, di media cultura – che amano assistere a una transumanza di altri esseri umani con cui condividono una protuberanza – persone che si trascinano urlando dietro a bandiere e striscioni, osannando 22 uomini in mutande, i quali scorrazzano per 90 minuti su un prato, cercando di infilare una palla in una delle due reti.
Sa, se questa descrizione la facesse Lei, signor Bolognesi, in fondo non ci sarebbe nulla di male, poiché lei non è un personaggio pubblico o un opinion maker, né riveste ruoli lavorativi nella comunicazione, tali che possano comportare l’iscrizione a un Albo professionale con tutti gli obblighi legali che ne conseguono. Ma se a fare cotanta descrizione dovesse essere una giornalista iscritta all’Albo dal 1980 – la quale da 20 anni si occupa di “società, cultura ed esteri” per il settimanale di uno dei principali quotidiani nazionali italiani – la cosa diventa un serio problema: lo diventa nei confronti del Codice Deontologico e assume anche una diffusione molto più ampia, quindi con più responsabilità, di quanta ne possa averne lei, o possa averne io, anche con un semplice commento su un blog come quello che ci ospita oggi. Perciò, egregio signor Bolognesi, ribadisco: lei ha il pieno diritto di esprimere la sua opinione, più o meno educata, nei confronti di qualunque genere letterario voglia, ma mi permetta di sottolineare che, dalle sue parole, emerge soltanto un certo giudizio sessista, quando afferma che «il dilagare del Romance la dice lunga sulle donne d’oggi», accomunando così sommariamente ben 4 miliardi di esseri umani nel mondo che, anzitutto, sono persone, prima ancora che femmine. Persone, signor Bolognesi, PERSONE.
Mi consenta infine di aggiungere, a mio modesto avviso e riprendendo le sue esatte parole, che sono altrettanti gli uomini che hanno “pruriti”, come li ha definiti lei, e che sognano altre donne “invece di approfittare della propria nel letto”, con la pecca che nemmeno leggono dei libri, atrofizzando così quella parte del cervello che si attiva soltanto leggendo e immaginando, e lo dicono i neurologi, badi bene, non io. Ci sono poi anche altri uomini, invece, che decidono di scrivere dei libri e, magari, provano a farsi pubblicare oppure tentano la strada dell’autopubblicazione. E sa, anche fra questi si annoverano numerosi esempi di persone che commettono errori grammaticali, magari già nella sinossi/quarta di copertina, eppure hanno l’ardire di considerare narrativa “scritta male” solo quella scritta dagli altri e mai la propria… chissà, sarà per mancanza di autocritica, probabilmente.
Dopo questo lungo soliloquio, non mi resta che congedarmi, e non posso che augurarle il meglio nel percorso che lei ha scelto nel campo letterario.
Eleonora Morrea says
Ineccepibile 🙂
Gioia Assanagora says
Fiera di leggere romance di ogni tipo e fiera di scriverli. Che poi noi li leggiamo per evadere un po’ da questa realtà che ci circonda, non perché abbiamo accanto un fidanzato oppure un marito noioso tutt’altro. Forse alcuni ci invidiano perché non abbiamo paura ad andare in giro e dire che leggiamo romanzi erotici e non perché abbiamo “prurito” oppure perché il nostro compagno non ci soddisfa, anzi allarghiamo i nostri orizzonti e magari proviamo a ricreare la scena scritta nel romanzo. Trovo scandaloso che ci sia ancora gente che si scandalizza per così poco. Siamo nel 2018 e noi donne siamo libere di fare ciò che più ci piace senza essere sottomesse all’uomo. Ampliate i vostri orizzonti che male non vi fa. Continuerò a leggere romance e non me ne fregherà niente del giudizio della gente bigotta 😏😏😏
Monica says
Premetto che non ho avuto il piacere di leggere l’articolo in questione quindi non posso dare un giudizio dettagliato in merito, ma certo è che termini come contadinotte o commenti sul sovrappeso non depongono a favore della stimatissima ( sicuramente da qualcuno altrimenti non si spiega come mai sia una firma di repubblica) giornalista in questione.
E mi chiedo da quando additare donne definendole come contadine sia diventata un offesa, a parer mio è un onore essere paragonate a chi in passato, ed ancora oggi, manda avanti spesso da sola intere famiglie , donne con grande forza e carattere e tanto tanto coraggio ; quindi si poteva tranquillamente scegliere un altra categoria di persone se l’intento era quello di svilire o denigrare la figura femminile.
Detto ciò io da lettrice (assidua di romanzi detti rosa) noto ultimamente un dilagare di scrittrici emergenti che altro non fanno che vari copia ed incolla qua e la ed accodandosi al genere del momento scrivono un romanzetto ( più o meno piacevole) spesso infarcito da pesanti errori ortografici e refusi con una trama inverosimile e pretendono di diventare le nuove ambasciatrici dello scrivere mondiale.
Ora la mia non è una critica perché trovo giusto che ognuno coltivi il proprio sogno, e credendo fermante in quello che fa, perseveri nell’obbiettivo e si impegni affinché si realizzi però credo che il problema vada sottolineato perché rischia di far perdere di credibilità ad un genere già per default bistrattato e considerato (vai a sapere perché) di serie B.
Non sono stata al Rare e riconoscendo la mia ignoranza non so gli incontri su cosa vertevano , ma forse si sarebbe potuta aprire una parentesi su questo fenomeno dilagante ed affrontare il discorso con serietà e competenza, adesso tutti scrivono ed un bene dare sfogo e lustro alla propria fantasia e creatività ma alla fine scrivono tutti le stesse cose; per capirci c’è il filone del migliore amico ? allora via con libri su vicini di casa, anici d’infanzia, amici del fratello ecc; c’è il filone dei dark mafiosi? tutti a scrivere di mafiosi( poi sempre russi o dell’est come se in in Italia non ne avessimo a iosa…) poi il filone sulla violenza e quindi via alla violenza domestica fisica ecc.temi spesso affrontati con poca sensibilità e grande superficialità.
Ci sono scrittrici Italiane che pubblicano con il self Publishing che veramente meritano e scrivono dei capolavori affrontando anche temi delicatissimi con grande competenza e maestria, ma ci sono anche tante ragazze che spesso scrivono un romanzo carino ( aiutato moto dal sesso e dal genere del momento) e cominciamo a volare forse troppo alto, anche se c’è da dire che non è sempre colpa loro sono molto aiutate dai vari gruppi facebbok che si creano e che in maniera poco obbiettiva e martellante accrescono le loro speranze.
Ora la mia non è una critica, e magari non era neanche il caso di scrivere qui questo post, è solo una constatazione verso un fenomeno che prende sempre più piede, aiutato anche dal prezzo bassissimo con cui questi libri vengono pubblicati e dal fatto che la maggior parte passi con l’abbonamento unlimetd, ripeto è giusto che ognuno abbia la sua possibilità e si batta per quello in cui crede ma non vorrei che alla fine si vada a penalizzare chi veramente merita a dispetto di chi magari a solo un fan club più tenace o di chi cavalchi meglio l’onda del momento a discapito del talento..
Eleonora Morrea says
Ciao Monica,
intanto grazie per aver dedicato un po’ del tuo tempo a commentare la lettera.
Come ho già indicato altrove, la questione non è il romance in sé – potremmo stare a scrivere ore e ore, prendendo spunto dalle tue osservazioni – bensì sta nei pregiudizi di cui è infarcito l’articolo e che riguardano le persone reali presenti all’evento: autrici, organizzatrici e lettrici.
Mi permetto di consigliarti di recuperare l’articolo, se riesci.
Leggendolo, ti renderai conto che i toni sono oggettivamente dispregiativi nei confronti
di coloro che, a vario titolo, hanno bazzicato il Rare.
Per cui, anche il paragone con le contadine, che concordo con te non dovrebbe suscitare sdegno, assume però in questo contesto un tono davvero sprezzante.
Per chiarezza di informazioni il Rare è un evento che raccoglie appassionate di Romance da tutto il mondo e dove le autrici si mettono a disposizione delle lettrici per firmare le copie dei libri e scambiare due chiacchiere.
Io c’ero, e se vuoi farti un’idea, puoi leggere il post che ho scritto in merito.
https://www.follieletterarie.com/rare-roma-2018-cronaca-di-una-giornata-bellissima/
Nel mio caso è stata un’occasione preziosa per conoscere dal vivo autrici americane che mi hanno deliziato con i loro libri e che non avrei mai potuto incontrare
in un contesto diverso da quello della manifestazione.
Grazie ancora del tuo interesse.
Un caro saluto,
Eleonora