La regina dei diamanti di Linda Howard è in assoluto uno di quei libri che, insieme a quelli di Roxie Rivera e a molti altri, porterei con me su un’isola deserta.
Vieni a leggerne la mia recensione.
La regina dei diamanti: trama
Drea Rousseau è l’amante ufficiale di Rafael Salinas, un signore della droga sorvegliato dalle guardie federali che, come un falco in caccia, stanno appollaiate in attesa di un suo passo falso per consegnarlo alla giustizia.
Con uno squallido passato alle spalle, a Drea fa comodo spacciarsi per una bella bambola capace di sfruttare appieno il suo corpo, ma molto poco il cervello.
La parte della svampita le riesce benissimo, tanto che anche Rafael, famoso per la sua paranoia e la sua diffidenza, è sicuro che la ragazza non costituisce per lui alcun pericolo.
La loro una relazione è di reciproco soddisfacimento dei sensi, ma il castello che Drea ha faticosamente costruito comincia a scricchiolare quando Rafael accetta di concederla sessualmente al killer che il magnate della droga ha assoldato per i suoi loschi affari.
Una richiesta perentoria e inequivocabile quella di quest’uomo glaciale e pericolosissimo, al quale nemmeno il potente Salinas sembra potersi tirare indietro.
Il tocco di quell’uomo la farà vibrare di sensazioni per lei altrimenti sconosciute, e nulla sarà più come prima per Drea. La vita della donna ne sarà decisamente sconvolta.
Animata dalla rabbia, dall’umiliazione, nonché dalla sete di vendetta e di amore, Drea getta la maschera e intraprende un sentiero davvero pericoloso, perché l’uomo che l’ha fatta finalmente sentire donna ora è anche lo stesso incaricato di ucciderla e lui non si fermerà davanti a nulla pur di portare a termine il compito.
Nessuno dei due però ha fatto i conti con il destino, che rimescola ancora una volta le carte in tavola per una storia piena di risvolti inaspettati e mai scontata.
La regina dei diamanti: una grande autrice
Pur conoscendola da tempo con alcuni suoi contemporanei, come ad esempio “Dopo quella notte” e “Missione Pericolosa”, dopo qualche altro suo romanzo carino, ma senza pretese, sono approdata a Death Angel, tradotto in Italiano con il titolo “La Regina dei diamanti”.
Personalmente, ho sempre fame di storie che escono dal seminato, dalle atmosfere cupe, travagliate, torbide, dagli schemi decisamente capovolti come in questo libro, per cui il sesso viene prima dell’amore e il “ lui “ della questione non è il poliziotto che aiuta l’eroina durante le investigazioni, che la salva dal cattivo di turno.
Il protagonista maschile
Questa volta lui è il cattivo in persona.
Un abilissimo killer a pagamento, un manipolatore sopraffino nonché profondo conoscitore della psicologia umana, furbo, spietato ( ma non fra le lenzuola), esperto trasformista e uomo di grande intelligenza, che fa il suo lavoro senza porsi tante domande o scrupoli.
Non ci sono premesse o introduzioni ne “La Regina dei Diamanti”, la Howard scaraventa la lettrice nel vortice della storia senza prepararla e senza perdere tempo, ma è così brava che non si sente l’assenza di preliminari.
Temevo però che un personaggio così sulla carta non avrebbe tenuto, ero terrorizzata che l’autrice lo snaturasse con qualche forzatura o in un finale affrettato, invece è riuscita ad arricchirlo umanizzandolo, senza privarlo delle sue zone d’ombra, conferendogli coerenza e un carisma micidiale dall’inizio alla fine.
L’eroe di questo romanzo (il cui nome viene svelato ufficialmente solo a metà della storia) è un personaggio terribilmente desolato, che rimane tale anche nella sua scoperta del sentimento, e che alla fine dimostrerà con i fatti il suo amore in modo anticonvenzionale (e per qualcuno forse anche discutibile) ma coerente con la sua natura, perché mi piace pensarlo come un personaggio che rimane fedele a se stesso.
La protagonista femminile
Ne “La Regina dei diamanti” non sfigura accanto a un protagonista maschile di questo tipo nemmeno l’eroina Drea Rosseau, complice un ottimo approfondimento del personaggio. Le eroine di solito sono belle, coraggiose, forti e fragili nello stesso tempo.
Drea non manca di un passato pieno di violenze, cresciuta senza amore, ma è una donna vera, sicuramente una donna sveglia e molto furba, ma essenzialmente umana con tutte le limitazioni che la condizione umana comporta, e soprattutto – come tutti gli esseri umani – è assetata di amore e di attenzioni.
Certo Drea si troverà sbalestrata quando assaggerà un po’ di premura e gentilezza dalle mani di un assassino, mani macchiate di sangue e portatrici di morte. Del resto, chi ha detto che deve essere tutto bianco o nero?
La Regina dei diamanti: un fortino prezioso di emozioni
E se l’eroe di un romance per una volta non stesse dalla parte dei buoni e non fosse un moderno principe azzurro sul cavallo bianco, paladino romantico e rassicurante?
L’autrice risponde infatti con un B-side del genere, e ci regala un moderno cavaliere oscuro, in bilico tra morte e amore, dall’animo bruciato, ma dalle cui ceneri potrebbe rinascere la Fenice dell’amore, pur nella sconfinata landa desolata della sua fredda indifferenza.
Benvenuta quindi in una storia che inneggia alla rinascita, alla rivincita personale, alla speranza della redenzione, a un amore che nasce dalla morte e dalla desolazione degli animi.
Alla Howard va il merito di una storia ben costruita, di essere riuscita a dare ampio respiro ai personaggi e alle situazioni per una narrazione solida ma elaborata, che oltre ad essere densa di eventi, cambia spesso scenari: da atmosfere poliziesche e un po’ gialle alla Hitchcock di Psyco – si parla di una fuga dopo aver rubato milioni di dollari con qualche passaggio forse un po’ troppo tecnico e dettagliato – fino a esperienze di premorte toccanti e mai fuori luogo.
Leggere Linda Howard per noi appassionate del romance contemporaneo è un po’ come andare al concerto del proprio gruppo preferito che si riunisce dopo uno scioglimento durato anni: è un sogno accarezzato da tempo che si realizza.
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