Il libro che recensisco oggi mi ha riportato per qualche attimo indietro nel tempo, quando a scuola l’insegnante di italiano suggeriva di non limitarci a utilizzare nella scrittura solo il senso della vista, quello più comune e sfruttato, ma di ricorrere anche all’olfatto.
Per aiutarci in quella che personalmente ritenevo quasi una missione impossibile (come si fa a descrivere con le parole puzze e profumi?), dovevamo attingere allo scarno elenco di vocaboli che il testo scolastico ci offriva.
Eppure ci sono libri, come “Il profumo” di Patrick Süskind che vivono grazie agli odori.
L’olfatto alla ribalta ne il Profumo
In realtà la risposta più esauriente l’ho avuta quasi trent’anni dopo, leggendo Il Profumo di Süskind. Già dalla prima pagina ti salta in faccia un repertorio lessicale impressionante che descrive olezzi e tanfi in modo sorprendente, mentre il mondo prende tutta un’altra forma: quella dell’olfatto, degli effluvi, delle fragranze e dei sentori, un universo poco conosciuto che all’inizio del libro quasi stordisce, ma che non può fare a meno di affascinare.
Il profumo con la sua capacità soggiogante diventa potere:
Gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi ai profumi. Poiché il profumo è fratello del respiro. Con esso penetrava gli uomini, a esso non potevano resistere, se volevano vivere.[…] Colui che dominava gli odori, dominava il cuore degli uomini
La trama in breve de il Profumo
Jean Baptiste Grenouille è una creatura indesiderata da tutti, anche dalla madre che lo abbandona non appena lo mette al mondo. Non emana alcun odore, ispira timore e ripugnanza, ma ha una dote speciale: possiede un olfatto talmente fine e sviluppato che gli consente di diventare in poco tempo un maestro profumiere eccezionale.
Egli però non brama né la fama né il denaro, il suo desiderio più grande è quello di dominare gli uomini creando un profumo che susciti amore sconfinato, e per ottenerlo è disposto a tutto.
Jean Baptiste Grenouille, il protagonista de il Profumo
Nelle chiese permeate da incenso da quattro soldi, anche Dio puzza agli occhi del protagonista di questo libro.
Jean Baptiste diventa un maestro geniale nel creare il profumo per ogni situazione: quello che consente di passare inosservati, quello che richiama l’attenzione, quello che induce alla compassione, che ispira innocenza o che suscita disgusto e tiene lontano il prossimo.
Il profumo diventa maschera per nascondere il nulla.
Grenouille è vittima di un paradosso quasi beffardo: lui che conosce migliaia di odori ed essenze e la cui rara maestria produce creazioni irresistibili, non ha odore, è privo di quella fragranza personale che caratterizza ciascun individuo. Una beffa ignominiosa per il genio delle essenze, ma a ben guardare forse calzante per un individuo incapace di provare le più comuni emozioni dell’essere umano, non avendo ricevuto alcuna forma di attenzione umana durante la crescita.
Il suo unico strumento di conoscenza, compagno fedele e fonte di piacere, è stato sempre e solo l’olfatto.
La miseria umana ritratta nel Profumo di Süskind
Ruotano intorno al protagonista un corollario di personaggi tinteggiati con maestria nei loro desideri e nelle loro miserie umane. L’uomo anela, sogna, si adopera, ma tutto accade secondo un disegno che non gli è dato conoscere e di cui non ha il controllo.
Anche Grenouille nutre uno scopo, un desiderio che riuscirà a realizzare mettendo in pratica le regole e le nozioni di quell’unico universo a lui conosciuto: quello dei profumi. Ma sarà sufficiente per realizzare le sue ambizioni?
Il Profumo è uno di quei libri che difficilmente finisce dimenticato nel purgatorio dei libri, quelli insipidi, quelli che leggi ma di cui non ti ricordi più nulla il giorno seguente.
Il Profumo lascia il segno con i suoi personaggi miserrimi, gli spunti di riflessione e i gli odori che hai quasi l’impressione di poter annusare mentre leggi.
Li hai colti anche tu?
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