Prevedere quale sarà il futuro dell’editoria è compito arduo, se non impossibile. Ma esistono strumenti – come le indagini statistiche – che ci permettono di trarre informazioni preziose per capire il trend attuale dei mercati e poter volgere sforzi e risorse in maniera fruttuosa.
In questo post tradurrò in parole semplici e comprensibili i grafici, i numeri e le simbologie degli studi statistici pubblicati recentemente da AIE (Associazione Italiana Editori) e da Nielsen riguardanti l’andamento del settore editoriale. Troverai di seguito informazioni preziose per capire e muoverti nel mondo dell’editoria.
È recentemente uscita la ricerca sul mercato del libro della Nielsen, a cura di Monica Manzotti che inquadra uno spunto per la previsione del futuro dell’editoria. Espongo qui alcune mie considerazioni del settore, basate su questo e altri rapporti della Associazione Italiana Editori.
Il futuro dell’editoria nei numeri: le ricerche di mercato
Le vendite dal 2013 al 2015 sono scese, sia in numero che in valore, ma il valore è sceso meno percentualmente. Questo fa percepire che il prodotto libro sta perdendo un po’ di terreno sulla quantità, ma si consolida nel valore. Possiamo quindi immaginare che in un maggior valore sia compresa una maggiore qualità. Quindi il lettore è più oculato nell’acquisto, concentrando le sue risorse economiche su una minor quantità di prodotti a favore di una maggiore qualità.
Stiamo parlando di piccole percentuali, qualche contrazione, forse nulla di più. Voglio pensare che tutto ciò non sia solo frutto dell’errore di campionamento, o di chissà quale congiunzione astrale, ma vorrei considerare il valore come un parametro di conforto su un mercato in contrazione. Questo rapporto dice volgarmente che il libro “tiene” e che quindi il futuro dell’editoria è buono.
Occorre anche considerare che, secondo AIE, mancano importanti dati provenienti dal colosso Amazon, cioè quelli che riguardano i download degli Ebook. Queste informazioni potrebbero anche cambiare radicalmente le informazioni in mio possesso. Infatti si profilerebbero scenari interessanti, in quanto potrebbe emergere che il mercato non sia affatto in contrazione, ma semplicemente il lettore decida di volgere maggior impegno economico verso gli ebook accantonando il prodotto cartaceo da una parte e aumentando il numero di acquisti nel digitale all’altra. Conferisce quindi al maggior valore degli acquisti cartacei, la materializzazione della propri desideri.
Il futuro dell’editoria: quali prodotti
Voglio andare oltre. Il rapporto parla chiaro: se vogliamo scommettere su un prodotto, lo facciamo con metodo.
La fiction straniera è in diminuzione, mentre cresce quella italiana e questo è un indicatore importante, da tenere in considerazione nelle scommesse editoriali. Il settore “Bambini e Ragazzi” risulta il migliore: è forte nei valori e nelle quantità, indice di una tendenza alla ricerca di un prodotto che sia di qualità e di nicchia.
Le Graphic Novel (non ne dubitavo, nonostante le lacrime del settore) vanno molto bene, e io, che ne sono un grande consumatore, non posso che gongolarne. Per chi non lo sapesse, non si tratta di semplici fumetti, ma della trasposizione di un romanzo in disegni.
Sono rimasto piacevolmente sorpreso da Art Therapy, ma in realtà analizzando la voglia di fai-da-te e le nuove tendenze cosplayer, è un successo annunciato: c’è tanta voglia di fare con le proprie mani. Oggi tutti vogliono appagare la propria sete di gratificazione con una riscoperta della manualità.
Queste sono le punte di diamante, su queste ha senso scommettere.
Nel futuro dell’editoria c’è posto per i piccoli editori
Mi interessano molto i piccoli editori, che oggi rappresentano un potenziale per l’Italia, la cultura e l’editoria. I piccoli crescono (anche se poco) rispetto ai grandi, che sono in affanno. È un segnale molto forte, il modello di business è cambiato e lo dico e lo scrivo da almeno 2 o 3 anni.
È molto entusiasmante che siano i Piccoli Editori a forzare la mano sui due settori in crescita, Bambini e Ragazzi e Fiction Italiana, sia a volume che a valore. I piccoli vendono ‘meglio’, ossia a valore maggiore.
Sono fermamente convinto che il futuro dell’editoria sia in mano ai piccoli editori, in quanto per loro è più facile raggiungere risultati d’eccellenza con un minimo dispendio di energie. La differenza con i grandi player basata sui canali distributivi è ormai un retaggio del passato. Il mondo è cambiato, cambiamo anche noi. In fondo non si usano più cilindri o tavolette di argilla.
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