Mi sento quasi in soggezione a recensire un mostro sacro della letteratura come Cime Tempestose. Mi chiedo se esista una lettrice che abbia sfogliato il romanzo senza aver provato un palpito frenetico nei confronti di Heathcliff, il protagonista del romanzo.
Personalmente, ricordo bene i sospiri che mi strappò durante l’ora di letteratura inglese, quando la mano che doveva impugnare la penna per prendere appunti, finiva invece per andare a posarsi sul cuore palpitante di emozione.
È quindi con un pizzico di riverenza che mi appresto a recensire questo romanzo, considerato un caposaldo della letteratura inglese.
L’autrice di Cime Tempestose
C’è poco da aggiungere alla biografia di Emily Brontë, se non che è davvero una triste storia quella della sua famiglia, colpita ferocemente dalla morte prematura di tutti i fratelli Brontë. Ricordo solo che l’autrice di Cime Tempestose morì alla sola età di trent’anni nel 1848 ed era sorella, tanto per citarne una, di Charlotte, l’autrice di Jayne Eyre.
Timida e scontrosa, Emily ha condotto la sua breve vita all’insegna della solitudine e dell’affetto che la legava alla famiglia. Tra le eriche e il vento sferzante delle brughiera inglese, l’autrice si concedeva delle passeggiate insieme al fratello prediletto Patrick (che morirà qualche mese prima di lei) .
Non dovrebbe quindi stupire la tinta angosciosa con cui l’autrice colora le passioni nutrite dai personaggi di Cime Tempestose, e in particolare l’amore fra Heathcliff e Catherine.
La trama di Cime Tempestose
Heathcliff è un orfano che viene accolto dal signor Earnshaw nella sua tenuta chiamata Cime Tempestose. Il ragazzo da una parte suscita il disprezzo e la gelosia del figlio maggiore di Earnshaw, Hindley, mentre dall’altra instaura un profondo legame di amicizia con Catherine, la sorella di Hindley.
Per i due giovani purtroppo non c’è futuro, complice la differenza sociale e la presenza di Edgar Linton, la cui proprietà confina con quella degli Earnshaw e che sembra incarnare tutti i requisiti sociali e affettivi che Catherine desidera in un marito.
Heathcliff si allontana da Cime Tempestose per farvi ritorno dopo tre anni e scoprire che Catherine nel frattempo si è sposata con Edgar Linton. Da quel momento in avanti Heathcliff vivrà solo per compiere la sua vendetta nei confronti di Catherine, di Edgar e della generazioni che seguiranno.
Il tradimento di Catherine Earnshaw in Cime Tempestose
Il matrimonio di Catherine con Edgar è agli occhi di Heathcliff un tradimento a tutti gli effetti, non solo dal punto di vista emotivo ma anche in nome dei momenti vissuti insieme, quando erano bambini e potevano scorrazzare liberi dalle costrizioni sociali e dalle convenzioni.
Unendosi a Edgar, Catherine aderisce a quelle convenzioni sociali e si allontana definitivamente da Heathcliff. La fanciulla dice di sì non solo ad un altro uomo, ma sposa anche la rispettabilità sociale e l’agiatezza, tutto ciò che Heathcliff non era in grado di offrirle.
Quando Heathcliff scopre che Catherine gli ha voltato le spalle per accedere a luoghi che gli sono proibiti, il suo furore non conosce limiti. Non c’è pietà, scrupolo o legge che possa arginare l’impeto vendicativo di Heathcliff.
[…] Tu mi amavi: che diritto avevi, allora, di lasciarmi? Che diritto, rispondimi, di sacrificarmi al tuo miserabile capriccio per Linton? Mentre né la miseria, né la degradazione, né la morte, nulla di tutto quel che Dio e Satana potevano infliggerci, ci avrebbe separato, tu, di tua piena volontà hai fatto ciò. Non io ti ho spezzato il cuore, ma tu stessa: e il mio col tuo.
Amore e morte, eros e thànatos in Cime Tempestose
[…] Al momento stesso in cui Cathy non gli avesse più voluto bene, gli avrei strappato il cuore e bevuto il sangue […]
Heathcliff non conosce mezze misure: la sua passione e la sua furia vendicativa non hanno freni, egli è un personaggio sanguigno e letale, tanto da essere causa della disperazione di sua moglie Isabella e della malattia di Catherine. È rabbioso, sarcastico, lucido e trasgredisce ogni legge.
Quando si parla della passione che corrode e consuma, si parla di Cime Tempestose. Non c’è compromesso, accettazione o perdono che possa frenare la piena, solo la morte mette la parola fine alla passione distruttiva.
L’amore fra Heathcliff e Catherine travalica la sensualità ma si colora di tinte fosche: è un sentimento che annichilisce. Heathcliff vive la sua vita, si adopera e manipola chiunque in nome della sua vendetta.
E io prego, la ripeto la mia preghiera finché la mia lingua riuscirà a pronunciarla: Catherine Earnshaw, possa tu non riposare mai finché vivo io! Hai detto che ti ho uccisa io… perseguitami, dunque! Credo che gli uccisi perseguitino i loro uccisori. So di spiriti che hanno vagato sulla terra. Rimani con me sempre, prendi qualsiasi forma, fammi diventar pazzo! Soltanto non lasciarmi in questo abisso dove non posso trovarti! Oh, Dio; è indicibile! Non posso vivere senza la mia vita! Non posso vivere senza l’anima mia
Perché leggere Cime Tempestose
Cime Tempestose non narra solo una storia d’amore, si fa portavoce delle voragini dei sentimenti umani. I protagonisti, all’inizio intrappolati nelle maglie disegnate da regole e schemi sociali, le rompono facendosi trasportare alla fine dalla piena delle loro passioni.
La lettura di Cime Tempestose è un viaggio conturbante nei meandri di un amore vissuto a tutto tondo, che non conosce modello da seguire, se non quello del cuore.
Ad arricchire questa piena tumultuosa di emozioni e passioni ritroverai alcuni elementi della narrativa gotica: incubi, dicerie e tempeste, fantasmi:
Lasciatemi entrare!- E la stretta continuava tenace, rendendomi alla fine quasi pazzo di terrore. […] – Sono vent’anni – si lamentò la voce; – vent’anni. Sono stata derelitta per venti anni.- Poi udii un debole scricchiolio all’esterno, e la pila di libri si mosse, come spinta in avanti.
Cime Tempestose al cinema e citazioni
La prima versione cinematografica di Cime Tempestose risale al 1939, quando a dirigerlo fu William Wyler e Laurence Olivier vestiva i panni di Heathcliff.
A dare il volto al tenebroso protagonista del romanzo seguirono Timothy Dalton (1970) e Ralph Fiennes (1992) fino ad arrivare nel 2004 quando Alessio Boni vestirà i panni del protagonista in una miniserie italiana.
La produzione più recente, risalente al 2011 diretta da Andrea Arnold, viene presentata alla 68ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Se prima di cimentarti nella lettura vuoi un assaggio delle atmosfere del romanzo, puoi scorrere la pagina di Wikiquote relativa all’autrice cliccando qui.
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