di Roxie Rivera
Traduzione: Eleonora Morrea
Cover by: Cora Graphics
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Leggi Alexei
Attenzione: SPOILER
Alexei tirò il colletto della camicia per poi allungare il collo in preda a un’insolita ansia.
Percepiva il calore delle luci e delle candele che costellavano la pedana davanti cappella, dopodiché si guardò intorno nella sala, prendendo nota di tutti i volti familiari seduti sui banchi.
C’erano più fiori che persone. Sembrava che fosse esploso un giardino botanico. Le composizioni floreali offrivano tutte le tonalità che viravano dal rosa e bianco, intervallate da tocchi di rosso vivo. Con meno di ventiquattro ore di preavviso, il team del Bellagio aveva dimostrato di valere ogni singolo centesimo speso.
— La tua cravatta è storta. — Ivan fece un passo avanti e sistemò l’elegante nodo.
Nell’armeggiare con il tessuto, l’amico canticchiò una canzone che Alexei riconobbe subito: — Fai sul serio, Vanya? Fools Rush in?
— Sto scherzando, Alyosha. — Ivan si accigliò. — Smettila di tirare il lembo della giacca. Sei come un bambino che si agita in chiesa.
Alexei ignorò la tentazione di armeggiare con i gemelli della camicia. — Fa caldo qui.
— Probabilmente Shay con il suo abito da sposa è messa pure peggio. — Lo sguardo di Ivan corse a Erin, seduta su uno dei banchi della chiesa. — Almeno, questa era la lamentela più frequente che usciva dalla bocca di Erin il giorno che ci siamo sposati.
— Davvero? Pensavo che si fosse lamentata di te che l’hai trascinata via dal ricevimento nuziale gettandotela sulle spalle come fa un cavernicolo con la preda più ambita. — I suoi ricordi del matrimonio di Ivan erano quantomeno confusi, ma quel particolare Alexei ce l’aveva ben impresso nella memoria.
— Non mi sono arrivate lamentele su questo fronte né riguardo a tutto ciò che è venuto dopo.
Alex ignorò il commento. L’ultima cosa di cui aveva bisogno era immaginarsi le acrobazie selvagge di Ivan con la sua mogliettina sotto le lenzuola.
Invece, rivolse la sua attenzione agli invitati che riempivano la piccola cappella. Non erano molti, non perché non avessero amici, ma perché il loro matrimonio era stato organizzato all’ultimo momento. Più avanti, una volta sistemati, aveva tutta l’intenzione di organizzare una festa per Shay così da rimediare alle tappe bruciate di quel fidanzamento e del matrimonio affrettato che ne era seguito.
Non che a Shay importasse qualcosa. Sembrava felice di quella cerimonia arrangiata di corsa e non vedeva la necessità di affannarsi in un evento più impegnativo e molto più costoso. Probabilmente non avrebbe nemmeno appoggiato l’idea di Alexei di mettere in piedi una festa in grande stile. Forse sarebbe stato meglio organizzare una vacanza. L’Italia sarebbe stata una meta perfetta. Shay avrebbe perso la testa all’idea di visitare i laboratori artigianali dove si confezionavano borse di alta moda.
La musica cambiò e il wedding planner messo a disposizione dal resort catturò la sua attenzione. Eduardo sorrise raggiante ad Alexei e poi gli rivolse un pollice su con eccessivo entusiasmo. Pochi istanti dopo, Kylee percorse la navata. Shay non avrebbe desiderato nessun altro come damigella d’onore, così come Alexei non aveva esitato un istante a volere Ivan come testimone di nozze.
Non appena Shay fece la sua comparsa, il cuore di Alexei spiccò il volo. Sulla schiena si rincorrevano brividi di caldo e freddo mentre l’enormità del momento lo investiva.
È mia.
Mia.
Mia moglie.
Be’, quasi.
Con il cuore in gola, Alexei guardò Shay che si incamminava lungo la navata disseminata di petali. Il tenue bagliore delle candele le illuminava il viso facendo scintillare l’abito da sposa luccicante che aveva indosso. Il pizzo trasparente del velo le lambiva le spalle, mentre le perle e i diamanti che lui le aveva regalato quel pomeriggio, le adornavano il collo e le impreziosivano i lobi delle orecchie.
Non appena lo raggiunse, lei gli rivolse un dolce sorriso che lui ricambiò, sopraffatto dalla gioia, poi Alexei le prese le mani tra le proprie. Il celebrante, che per fortuna non era una squallida imitazione di Elvis Presley, diede il benvenuto agli ospiti e iniziò la cerimonia. Visto che gli sposi non erano credenti, avevano optato per una cerimonia laica.
Anche se Alexei non vi avrebbe posto molta attenzione. Era troppo impegnato a sorridere alla sua donna e a immaginare il loro futuro insieme. Per tutti quegli anni si era riempito la testa di stupide idee sull’amore e sul matrimonio. Davvero aveva avuto paura di provare sentimenti? Di sistemarsi con una donna? Di avere una famiglia?
Nello stare lì davanti a lei, le loro mani intrecciate, gli sguardi incatenati, Alexei avvertì un profondo senso di pace. Sposare Shay si stava rivelando la cosa più naturale e ovvia del mondo. Tutti i timori inespressi che aveva covato, erano svaniti al primo tocco delle labbra di quella donna. L’amore e la devozione di quella stava per diventare sua moglie, avevano guarito le ferite profonde e dolorose che una gioventù difficile e i trascorsi criminali gli avevano inferto. Lei era come un balsamo lenitivo per la sua anima sofferente, e lui avrebbe fatto qualsiasi cosa per farla sentire amata e al sicuro.
Shay pronunciò i voti con gli occhi scintillanti di lacrime, e lui nel ripeterli si ritrovò a strizzare le ciglia per schiarirsi la vista annebbiata. Shay gli infilò la fede al dito con mani tremanti. L’anello non riusciva a celare del tutto il tatuaggio ormai sbiadito della vory-v-zakone che gli marchiava l’anulare. Se anche l’officiante se ne era accorto, nulla parve trapelare dalla sua espressione.
Non appena furono dichiarati marito e moglie, Shay gli sorrise e lui provò una vertigine allo stomaco. Per quanto desiderasse rivendicarla come moglie, tenne a freno la lussuria baciandola con dolcezza, per poi appoggiare la propria fronte su quella della sua giovane sposa. Dolcemente le sussurrò: — Ti amo.
— Ti amo — replicò lei. Tra gli applausi dei presenti Shay lo baciò con fare scherzoso due volte in rapida successione. La musica aumentò di volume e i due sposi, ora ufficialmente marito e moglie, si voltarono verso i loro ospiti.
E così, la cerimonia era terminata e loro ora erano sposati. Tutta quell’affaccendarsi a rendere ogni dettaglio perfetto, e poi la cerimonia era durata alla fine solo venti minuti. Non che Alexei ne fosse poi così dispiaciuto. Voleva Shay al proprio fianco come moglie e finalmente aveva raggiunto l’obiettivo.
— Be’, è stato tutto un turbine — se ne uscì Shay senza fiato, mentre riuscivano ad appartarsi per qualche istante da soli prima di unirsi ai festeggiamenti. Lei gli afferrò il bavero del completo con la mano sana e poi con le dita della mano ustionata si mise a giocherellare con i petali del suo fiore all’occhiello. — Sei così bello.
— Tu sei bellissima. — Non esisteva una parola in grado di descrivere quanto lei fosse mozzafiato ai suoi occhi. — Per quanto mi piaccia l’abito che indossi, non vedo l’ora di vederlo giacere sul pavimento della nostra suite.
— Alexei. — Lei gli scoccò uno sguardo ammonitore. — Abbiamo ancora il rinfresco e il taglio della torta prima che tu possa trascinarmi nella nostra suite nuziale dove potremo lasciarci andare alla lussuria.
Alexei sorrise a quella scelta di parole. — Allora mi comporterò bene. — Fece scorrere le dita lungo il suo braccio nudo e le sollevò il polso della mano ferita. — Come ti senti?
— Sto bene. Come stai tu invece? — Lei gli sfiorò con delicatezza l’area della ferita da arma da fuoco che gli aveva procurato sua sorella. — Nessuna perdita di sangue?
— Sto bene, ptichka.— Quando era al soldo della bratva di Kalasnikov, aveva riportato ferite ben peggiori di quel graffio. Quel fastidioso ma lieve pulsare non era niente in confronto.
Si chinò per baciarla con tenerezza nell’intento di non rovinare il momento con l’ombra del proprio passato o con le azioni scellerate di Shannon. Lei per tutta risposta si lasciò andare a un mugolio di piacere per poi cingergli le spalle con le braccia. Lui sorrise contro le sue labbra e approfondì il bacio, la lingua che si faceva strada nella bocca della sua sposa, in un preludio di ciò che presto sarebbe accaduto una volta chiusa la porta della suite nuziale.
— Non è giusto — mormorò lei non appena Alexei interruppe il bacio. — Non puoi baciarmi in quel modo e poi tirati indietro, — si lamentò con le labbra turgide per via del bacio e le guance imporporate.
— I nostri ospiti ci aspettano — le ricordò, e Shay mise il broncio con fare teatrale, strappandogli una risata divertita. Lui le afferrò la piccola mano e la tirò a sé. — Prima ci facciamo vedere, prima potremo scappare nella nostra suite dove io mi dedicherò a possederti in quei famosi ventuno modi diversi di cui ti parlavo.
— Alexei! — Le guance della sua sposa si fecero ancora più vermiglie al ricordo di ciò che lui le aveva detto in quell’edificio grezzo, quando le aveva proposto di sposarlo senza alcun preavviso.
Alexei le sorrise dopodiché la condusse alla festa di ricevimento, dove gli ospiti li accolsero con un applauso. In preda a una timidezza colma di imbarazzo, la sposa si strinse a lui d’istinto, alla ricerca del suo conforto e della sua protezione. Lui le cinse la vita con un braccio pronto a offrirle tutto ciò di cui lei aveva bisogno.
Mentre Shay si intratteneva con gli ospiti tra abbracci e auguri, Alexei colse un barlume di tristezza negli occhi della sua sposa. Anche Kylee parve accorgersene, tanto che a un certo punto, prese da parte Shay per stringerla in un forte abbraccio. Le due ragazze erano legate come sorelle e quella sera Kylee colmava sicuramente vuoto causato dall’assenza di Shannon.
A quell’ora la sorella di Shay, che le aveva causato non pochi grattacapi, doveva aveva finalmente raggiunto la destinazione segreta che Zec aveva scelto per lei. Alexei se la immaginava da qualche parte nel sud-est dell’Asia. Shannon aveva detto di volersene stare sotto un caldo sole, e Zec l’avrebbe senz’altro accontentata. Per il bene di Shay, Alexei sperava che Shannon rimettesse in sesto la propria vita, così da poter tornare a Houston un giorno, ed essere la sorella di cui Shay aveva bisogno.
Ivan e Kylee erano impegnati a chiacchierare mentre gli altri ospiti si servivano al buffet. Il vociare dei presenti riempiva la sala dei banchetti e Alexei ne approfittò per strofinare il muso sulla guancia di Shay e baciarla con tenerezza. — Stai bene?
— Sì. — Shay gli afferrò la mano sotto il tavolo e intrecciò le loro dita. — Penso solo a Shannon e a tutto quello che si sta perdendo.
— Mi dispiace — replicò lui sottovoce, e parlava sul serio. Shannon aveva causato un putiferio, mettendo la vita di Shay in grave pericolo, e ne era uscita ferita e traumatizzata. Ora che era in fuga, si stava perdendo il matrimonio della sorella. — Vorrei che lei potesse essere qui.
— Lo so. — Shay gli sfiorò la mandibola con le dita della mano bendata. — Potresti proibirle di starti vicino e ne avresti tutto il diritto.
— Non ti farei una cosa del genere. — Amava Shay più di quanto detestasse Shannon. Sì, Shannon gli aveva sparato tra le mura di casa sua, ma per amore di Shay lui l’avrebbe perdonata.
— Sei troppo buono con me.
— Non lo credo possibile — replicò lui.
— Alexei. — Shay lo guardò accigliata. — Mi hai salvato la vita più volte. Hai salvato quella di mia sorella. Mi hai dato la possibilità di aprire un’attività tutta mia dove posso vendere le borse che realizzo. Mi hai regalato questa cerimonia nuziale che so esserti costata una fortuna.
— E tu meriti molto di più. — Detestava pensare a tutta la sofferenza che Shay aveva dovuto subire da piccola, ma lui non poteva cambiare il passato.
Tutto quello che poteva fare era offrirle un futuro roseo come moglie. Una bella casa, la sicurezza finanziaria, la protezione e l’amore. Qualunque cosa lei gli avesse chiesto, lui avrebbe spostato montagne per offrirgliela.
— Spero di non farti mai sentire come ti dessi per scontato. — Shay sollevò le loro mani intrecciate e gli baciò le nocche sfregiate. — Voglio che tu ti senta come l’eroe che sei ai miei occhi.
— Shay. — Il nome della ragazza gli uscì strozzato dall’emozione. — Così finisci per rovinarmi la reputazione di uomo duro — l’ammonì lui.
— Be’, non sia mai. — Lei gli rivolse un sorriso adorante. A quella vista il suo cuore gli si gonfiò in petto, l’amore travolgente che provava per quella donna lo stordiva.
Mia moglie.
Non pensava che si sarebbe abituato a tutto questo così presto.
I loro piani di defilarsi dalla festa furono vanificati da Vivian che convinse Nikolai ad accompagnarla al casinò per provare a giocare alla roulette. Nikolai non era un amante del gioco d’azzardo, tuttavia non aveva intenzione di dire di no alla moglie. Alla fine, Alexei e Shay si unirono al loro piccolo gruppo di amici nel salotto privato ed esclusivo, riservato ai giocatori facoltosi.
Tra lo champagne, i drink più raffinati e il piacere di guardare Shay applaudire e ridere eccitata nel vincere la sua prima mano di blackjack, Alexei perse la cognizione del tempo. Più tardi al tavolo dei dadi, le si mise alle spalle, imprigionandola tra il proprio corpo e il tavolo, e la guidò sussurrandole consigli prima che lei facesse il suo primo lancio.
Shay gli premette il sedere tornito contro l’inguine primadi lanciare i dadi. Il gemito di piacere di Alexei venne camuffato dal grido di esultanza della ragazza, che nel frattempo aveva fatto 7. Dopo aver saltellato di gioia, Shay si voltò di scatto e lo baciò. Lui sorrise godendosi quel contatto e le accarezzò la schiena.
Avrebbe voluto trascinarla via, ma Shay sembrava divertirsi e lui non aveva alcuna intenzione di interromperla. Quel loro flirtare con i corpi si stava rivelando un delizioso preliminare, e quando finalmente lei ne ebbe abbastanza di vincere, gli scoccò uno sguardo velato di lussuria. Non aveva bisogno di dire una parola. Alexei sapeva esattamente cosa volesse.
Dopo aver augurato la buonanotte ai loro ospiti, la portò via. Il tragitto di ritorno alla suite fu più lungo del previsto e lei gli si accasciò contro nell’ascensore in preda alla stanchezza. Alexei non era da meno quanto a sfinimento, e non appena misero piede nella suite, la fatica di tutti quegli ultimi giorni si abbatté su di lui.
— Mi apriresti la cerniera? — Shay gli diede le spalle e lui le sollevò con attenzione i capelli prima di individuare la cerniera e abbassarla lentamente. La ragazza cercò di soffocare senza successo uno sbadiglio. — Scusa. — Si girò a guardarlo.
— Non ne hai motivo. — Baciò la pelle appena esposta, tracciandole una scia lungo la spalla fino al collo. — Ne abbiamo passate un be po’.
— Questo è dir poco un eufemismo. — Si allontanò da lui e si sfilò lo scintillante abito attillato. — Ci hanno aggredito, sparato… — Scosse la testa e si tolse i tacchi alti. — Non sono riuscita a dormire la notte scorsa perché ero troppo agitata in vista del matrimonio.
— Anche io. — Più di una volta lei lo aveva svegliato mentre si girava e rigirava nel letto. E lui era sicuro di essersi agitato nella notte in egual modo.
— E stasera ho decisamente bevuto un pochino troppo — ammise lei con fare timido.
— Shay. — Lui accorciò la distanza tra loro e le prese il bel viso. Lei era lì in piedi, abbigliata in lingerie sexy, così deliziosa che lui avrebbe voluto mangiarla, ma in quel momento ciò che contava di più era il benessere della sua sposa. — Abbiamo tutta la vita per goderci la compagnia reciproca. Non dobbiamo fare l’amore stasera solo perché è la nostra prima notte di nozze.
— Lo vorrei davvero — disse lei, giocherellando con uno dei bottoni in madreperla della sua camicia. — Ma so che appena toccherò il letto cadrò addormentata, e non voglio davvero ferire i tuoi sentimenti, soprattutto non dopo che ho passato il tempo a strusciarmi addosso a te nel salotto.
— Non pensare che mi devi mai del sesso. Mai. — Alexei voleva che quel concetto arrivasse forte e chiaro. — Potresti esibirti in una lap-dance solo per me e poi fermarti sul più bello perché ti sei stufata, e a me andrebbe bene così.
— Se qualcuno si dovesse stufare, quello saresti tu. Non sono esattamente abile in questo genere di cose.
— Be’, sarò felice di darti lezioni — la prese in giro, prima di catturarle le labbra in un bacio amorevole. — Domani — le promise con tono gentile. — Dopo che ci saremo riposati entrambi.
— Vuol dire che sarai tu il primo? Perché quando stamattina Kylee e io ci siamo dedicate allo shopping prematrimoniale, mi sono imbattuta nel reparto maschile del negozio di lingerie. E se deciderai di ballare per me, dovrò tornare lì per acquistare uno di quei minuscoli perizomi da uomo. Puoi sempre darti alla versione russa dei “Thinder From Down Under”.
Per un attimo Alexei non capì se stesse scherzando o dicesse sul serio. Quando la vide incurvare le labbra in un sorriso malizioso, scoppiò a ridere: — Be’, ti devo ancora un regalo di nozze come si deve.
Lei gli mise una mano sul petto e poi gli sorrise civettuola. — Sai, forse non sono poi così stanca, ma rimanderemo il ballo a un’altra occasione.
— Peccato — replicò Alexei baciandola. — Ho una playlist perfetta in mente.
— Conservala per il nostro anniversario — suggerì Shay, e gli sfilò la giacca dello smoking dalle spalle
Alexei la prese in braccio per poi condurla in camera da letto, sperando di potersi godere decine e decine di notti come quella in futuro.
FINE
Il racconto è protetto da copyright ed è stato tradotto e pubblicato dietro l’espressa autorizzazione di Roxie Rivera.
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