Questo post nasce a seguito dei tanti manoscritti che mi arrivano quotidianamente. Durante la lettura mi sono resa conto che, paradossalmente, alcuni errori grammaticali sono talmente diffusi da essere quasi diventati una regola.
In questo post troverai elencati i 7 errori più diffusi e le relative correzioni. Inoltre, potrai scaricare un prontuario da consultare velocemente in caso di dubbi.
1 – Io non commetto errori
Sappi che l’errore più diffuso in assoluto, quello che potrebbe condurti alla rovina, è la presunzione che si impadronisce di te quando sei convinto di non fare errori e quindi non sottoponi il testo a revisione, oppure, in alternativa, quando spedisci i manoscritti senza nemmeno rileggerli, pensando che la casa editrice li corregga al posto tuo.
Niente di più sbagliato.
Quando invii un testo a una casa editrice, deve essere corretto, perché la casa editrice non ammette errori grammaticali. Andresti a fare un colloquio di lavoro o una presentazione, con gli abiti sporchi e stropicciati? Ovviamente no, perché devi essere in ordine. Il tuo manoscritto ugualmente deve presentarsi pulito e ordinato.
2 – Qual è con l’apostrofo, il re degli errori
È uno degli errori grammaticali più diffusi in assoluto. Ci cascano anche gli acculturati più insospettabili. Chiarisco subito: qual è va scritto senza apostrofo, perché si tratta di troncamento e non di elisione. Che vuol dire? Significa che “qual” sta bene da solo quando si perde per strada la vocale, e non ha quindi bisogno dell’apostrofo per segnalare la perdita.
Qual è il tuo libro preferito?
3 – Da o Dà, l’errore grammaticale più subdolo
Perché esiste una forma con l’accento, e una senza? Un motivo c’è, perché quella con l’accento è un verbo e vuole distinguersi dalle preposizioni semplici (da), diciamo, per capirci, che se la tira un po’. Per questo:
Da dove vieni?
Da è senza accento in quanto preposizione semplice
L’associazione mi dà una mano.
Dà è con l’accento perché è voce del verbo dare, terza persona singolare, presente indicativo.
4 – Ne o Né l’errore grammaticale più bistrattato
Anche per la particella “ne” esistono varie forme. Senza accento ha funzione di avverbio, di particella pronominale e partitivo, mentre in qualità di congiunzione negativa, prende l’accento acuto. La forma errata senza accento fa meno scalpore di qual è con l’apostrofo, passando quasi inosservata.
Ne parlerò a tua madre.
Particella pronominale
Non voglio né la tua compassione né il tuo conforto.
Congiunzione negativa
5 – Fa o Fa’, che confusione!
In questo caso piace esagerare, cioè spesso viene messo l’apostrofo quando non serve. “Fa” come terza persona singolare del verbo fare al presente indicativo, non vuole l’apostrofo. Ma se lo usi all’imperativo ( cioè con senso di comando), allora l’apostrofo ci vuole.
Fa male al cuore vederti piangere.
Presente indicativo
Fa’ ( fai) -piano, i bambini dormono.
Imperativo
6 – Sì o Si, l’errore grammaticale impensabile
Anche il monosillabo “si” vuole l’accento quando diventa avverbio di affermazione, questo per distinguersi dalla particella riflessiva. Quindi:
Sì, lo voglio.
Avverbio
Si è messo comodo.
Particella riflessiva
7 – Se, sé, se stesso
“Se” rientra nel gruppo dei monosillabi che a seconda della funzione, vuole l’accento per distinguersi (vedi l’errore sopra). Per questo senza accento è una congiunzione, ma se lo usi come pronome riflessivo allora necessita dell’accento acuto.
Se fossi più giovane, ti sposerei.
Portò con sé tutto quello che gli era rimasto.
Per quanto riguarda invece “se stesso”, che alcuni scrivono accentato “sé stesso” e altri no (se stesso), esistono due correnti di pensiero.
La prima ritiene l’accento superfluo in quanto il pronome non si confonde con la congiunzione. La seconda invece lo ritiene opportuno. Se vuoi ulteriori informazioni più specifiche, ti suggerisco di leggere il quesito dell’Accademia della Crusca.
Siti utili contro gli errori grammaticali
Se decidi di rispolverare la grammatica o vuoi toglierti qualche dubbio sugli errori grammaticali, ti consiglio di visitare il sito dell’Accademia della Crusca, l’istituzione italiana composta da filologi ed esperti di linguistica. Come dizionario on line, è ottimo invece quello di Treccani, utilissimo come enciclopedia (molto più affidabile di Wikipedia) e ricco di sezioni dedicate all’ortografia e alla sintassi.
Un piccolo aiuto
Per ringraziarti della tua attenzione e per aiutarti nella tua attività di scrittura, puoi scaricare gratuitamente un prontuario da consultare velocemente mentre scrivi.
Stampalo e conservalo vicino alla tua postazione di lavoro, ti sarà utile in caso di incertezze. Non dimenticare però di tenere sempre a disposizione un buon dizionario di italiano. Se hai cominciato a scrivere da poco tempo e sei un po’ arrugginito con l’ortografia, tieni sulla scrivania una buona grammatica scolastica, pronta all’uso.
Ora tocca a te! Come te la cavi in grammatica? Ti è mai capitato di commettere uno degli errori di cui ho parlato? Se il post ti è piaciuto, aiutane la diffusione condividendolo sulle pagine social. Grazie della tua attenzione e a presto.
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